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Outdoor inclusivo in Val di Sole: rafting, canoa, trekking e molto altro per il turismo accessibile
In Val di Sole l’avventura non esclude nessuno grazie a un turismo accessibile. Con Ursus Adventures l’outdoor inclusivo non è uno slogan, ma un modo concreto di vivere la natura! Rafting e canoa su tratti adatti e sicuri, trekking modellati sui ritmi del gruppo, serate a guardare le stelle in location comode e accessibili. Accogliamo persone di ogni età e abilità, da chi usa la carrozzina a chi ha disabilità sensoriali o cognitive, perché crediamo che le emozioni che le esperienze outdoor offrono debbano essere alla portata di tutti.
Il nostro centro outdoor di Ossana, in Trentino, tutto su un unico livello e completamente sbarrierato, rende facile ogni momento, dall’accoglienza alla vestizione, fino al rientro. Le guide sono formate per adattare comunicazione, tempi e attrezzature. Tra loro c’è Federico Scalfi, che ha una sensibilità particolare ed ha seguito diversi corsi specialistici anche per la conduzione in e-bike e handbike per persone con disabilità.
Qui l’inclusione è semplice: ci racconti le tue esigenze, noi costruiamo l’esperienza su misura. Pronti a scendere in acqua o a percorrere un sentiero, insieme!
Competenze del team e formazione specialistica
Quando si parla di attività outdoor inclusive, non basta avere l’attrezzatura giusta: servono professionalità, sensibilità e formazione continua. È questo che contraddistingue il team di Ursus Adventures. Le nostre guide non sono solo appassionate di montagna e sport, ma hanno anche competenze specifiche per accompagnare persone con diverse disabilità, garantendo sicurezza, adattamenti mirati e un approccio sereno.
In prima linea c’è Federico Scalfi, socio di Ursus Adventures, che ha seguito dei corsi di formazione specialistica dedicati alla conduzione di persone con disabilità, anche in discipline come l’e-bike e la handbike. La sua esperienza non è solo tecnica, ma anche personale. Infatti Federico crede profondamente nel valore dell’inclusione e nell’importanza di rendere la natura davvero alla portata di tutti.
Per raccontarlo con le sue parole, abbiamo preparato un box speciale: “Parola a Federico”, dove risponde a qualche domanda sulle sue esperienze, la sua visione e i consigli per chi vuole vivere l’outdoor senza barriere.
Come ti sei avvicinato al mondo dell’outdoor inclusivo? Qual è la tua formazione, il tuo percorso?
“Ho iniziato come accompagnatore di media montagna con partita IVA, poi ho cominciato a collaborare sempre di più con Ursus Adventures, finché sono entrato in società. Oggi sono socio e mi occupo principalmente delle attività di trekking e bike.
Mi sono formato partecipando a diversi corsi specifici per la conduzione di persone con disabilità. Il primo è stato organizzato dall’APT della Val di Sole: due giorni, uno teorico e uno pratico, dedicati alle handbike e all’accompagnamento di persone con diverse disabilità, dall’autismo ai non vedenti, ipovedenti…
Abbiamo fatto prove pratiche, imparato a conoscere i mezzi, e alla fine abbiamo accompagnato un gruppo di una Copperativa di ragazzi con sindrome di Down in bici. È stato davvero interessante.
Poi ho seguito un corso per il trekking con non vedenti e ipovedenti. Lì ho imparato tecniche pratiche per guidarli in montagna, farli orientare con i suoni, con il terreno sotto i piedi, persino facendoci provare l’esperienza di camminare bendati. È stato molto forte.
Infine, ho partecipato a un corso teorico sull’autismo, che mi ha aiutato a capire non solo come interagire con le persone autistiche, ma anche con i loro genitori, spesso sono loro ad avere bisogno di rassicurazione e ascolto, perché vivono la disabilità del figlio 24 ore su 24.”
Quali attività outdoor accessibili ci sono in Trentino per persone con disabilità?
“Direi quasi tutte, con gli accorgimenti giusti. Il trekking, la bici, il rafting… sono attività che si possono fare tranquillamente.
Quello che conta è la sensibilità e la preparazione della guida. Per esempio, nel trekking lavoriamo con gruppi di persone con sindrome di Down o con disabilità visive, scegliendo percorsi adatti e ritmi personalizzati.
Con la bici, grazie alle handbike, si riesce a coinvolgere anche chi ha disabilità motorie. E per le persone con autismo o disabilità cognitive, il segreto è creare un ambiente sereno, strutturato e divertente.
Ci sono poche attività davvero impossibili: forse il kayak individuale, che richiede equilibrio e coordinazione, ma per il resto quasi tutto è adattabile.”
Si può fare rafting in Val di Sole anche con una disabilità?
“Sì, assolutamente. Se una persona ha discrete capacità motorie nella parte superiore del corpo, anche se non muove le gambe, può tranquillamente fare rafting.
Lo stesso vale per chi è non vedente: si lavora molto sulla comunicazione e sulla fiducia con la guida. La chiave è avere guide empatiche ed esperte, capaci di adattarsi alle esigenze del gruppo.
Il rafting è uno sport di squadra: se c’è sintonia tra guida e partecipanti, si riesce a vivere l’esperienza pienamente, indipendentemente dalla disabilità.”
C’è un episodio o un ricordo particolare che ti ha colpito durante un’esperienza?
“Sì, uno in particolare. Durante il corso di trekking per non vedenti ho accompagnato un ragazzo che camminava molto bene, tanto che ci siamo allontanati dal gruppo. A un certo punto ci siamo fermati in un prato, e lui ha iniziato a descrivermi il paesaggio, pur non potendo vederlo.
Mi diceva: “Qui ci sono betulle” e c’erano davvero le betulle. “Siamo in un prato verde” e lo era. “Non sento più il gruppo, siamo lontani”, e aveva ragione.
È stato incredibile! aveva una percezione precisissima grazie agli altri sensi. Ti fa capire quanto noi, che vediamo, in realtà percepiamo meno di chi è costretto a usare gli altri sensi.
E il giorno dopo, lavorando con un gruppo di influencer in canoa nelle gole del torrente Novella, ho sentito una differenza enorme: loro erano distratti, concentrati solo sulle foto, mentre i ragazzi con disabilità vivevano davvero l’esperienza. Ti rendi conto che “disabile” non significa “limitato”, ma spesso significa “più sensibile”.”
Quali accorgimenti usate per rendere le vostre attività inclusive e sicure?
“La differenza la fa chi accompagna. Noi di Ursus siamo tutti professionisti, e quando ci manca qualcosa, ci formiamo.
Non ci limitiamo a proporre l’attività ma la adattiamo, scegliamo percorsi, mezzi e tempi in base alle persone che abbiamo davanti.
Abbiamo imparato anche che serve tanta empatia con i genitori e accompagnatori, che spesso vivono con ansia l’idea di lasciare i figli provare qualcosa di “nuovo”.
L’obiettivo è creare fiducia e far capire che l’attività è sicura, gestita da persone competenti e attente.
Sarebbe bello se ci fosse più supporto anche a livello istituzionale o economico per le attività inclusive: oggi ci muoviamo con risorse nostre, ma lo facciamo perché crediamo davvero che la natura debba essere per tutti.”
Che cosa si intende per turismo accessibile?
“Per me, turismo accessibile significa dare a tutti la possibilità di vivere esperienze vere, non “adattate” per forza, ma pensate per includere fin dall’inizio.
Vuol dire non creare attività “per disabili”, ma attività per persone, dove ognuno trova il proprio spazio, indipendentemente dalle difficoltà. Purtroppo, in Italia, e anche in Trentino, non è ancora facile fare turismo accessibile.
Non ci sono corsi specifici promossi dai collegi delle guide o dalle istituzioni: se vuoi formarti, devi cercarti i corsi da solo. E anche dal punto di vista economico, non esistono contributi o sgravi fiscali per chi decide di investire su attività inclusive.
Questo è un limite enorme, perché molte famiglie con figli o parenti con disabilità hanno già spese importanti per cure e assistenza. Noi di Ursus spesso cerchiamo di venire loro incontro, anche offrendo attività gratuite quando possiamo, ma è difficile farlo sempre, se non c’è un sostegno esterno. Il nostro obiettivo resta comunque lo stesso: far vivere la montagna e l’outdoor a più persone possibile, senza barriere e senza pregiudizi. Credo che la Val di Sole, con i suoi spazi e la sua mentalità accogliente, abbia tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per il turismo inclusivo, ma serve una spinta in più anche dalle istituzioni.”
Dalle parole di Federico emerge con chiarezza che l’outdoor inclusivo non è solo una questione di attrezzature o percorsi accessibili, ma di mentalità, sensibilità e impegno quotidiano.
Dietro ogni discesa in rafting, ogni pedalata in handbike o camminata in montagna c’è una squadra che ha scelto di mettersi in gioco, di formarsi e di ascoltare le persone, ognuna con le proprie storie, i propri limiti e le proprie potenzialità.
Il racconto di Federico ci ricorda che l’inclusione nasce dal contatto umano, dal modo in cui una guida ti accoglie, ti incoraggia, ti fa sentire parte del gruppo.
E se oggi fare turismo accessibile è ancora una sfida, per mancanza di corsi, contributi o sostegni concreti, è grazie a realtà come la nostra che in Val di Sole l’outdoor sta diventando davvero un’esperienza per tutti.
Il cuore dell’inclusione: il Centro Ursus di Ossana
Struttura su un unico livello, sbarrierata
Il nostro punto di partenza non poteva che essere pensato per accogliere tutti. Il Centro Ursus di Ossana è stato progettato in chiave inclusiva, infatti si sviluppa su un solo livello, senza scale né barriere architettoniche. Questo significa che chi utilizza la carrozzina o ha difficoltà di deambulazione può muoversi liberamente, dall’ingresso agli spogliatoi, fino all’area di ritrovo prima delle attività.
Spazi e servizi pensati per carrozzine e ridotta deambulazione
Ogni ambiente è ampio e facilmente accessibile: corridoi larghi, servizi igienici adatti a persone con disabilità motorie, aree comuni prive di ostacoli. Anche il momento della vestizione per rafting o canoa diventa più semplice e sereno, perché tutto è organizzato per garantire comfort e praticità.
Una base sicura per ogni avventura
Il Centro di Ossana è molto più di una struttura, è il cuore pulsante delle nostre esperienze inclusive. Qui le persone si incontrano, vengono accolte dalle guide, condividono emozioni e partono per le loro avventure. Un luogo dove la natura e l’accessibilità si danno la mano, e da cui inizia ogni viaggio senza barriere.
Quindi, per concludere, in Val di Sole l’obiettivo è rendere il turismo accessibile a tutti!
Tra fiumi, boschi e montagne, noi di Ursus Adventures dimostriamo ogni giorno che vivere l’avventura senza barriere è possibile, basta la giusta attenzione, la giusta guida e la voglia di condividere emozioni.
Dalle parole di Federico Scalfi si capisce che l’inclusione e il turismo accessibile non è un progetto da raccontare, ma un percorso che si costruisce con esperienza, formazione e soprattutto con passione.
Dietro ogni uscita in rafting, una pagaiata sul Lago di Santa Giustina o una pedalata in handbike c’è un team che crede nel valore dell’ascolto e nella forza delle persone, non nei loro limiti.
L’outdoor inclusivo in Val di Sole non è un sogno, è già realtà! Una realtà fatta di professionalità, empatia e voglia di aprire le porte della montagna a chiunque voglia viverla.
Perché l’avventura, quella vera, non conosce ostacoli.
E da Ursus Adventures, ogni passo, ogni colpo di pagaia e ogni sorriso sono un invito a ricordarlo: la natura appartiene a tutti!